E-fattura per i carburanti obbligatoria solo dal 2019!

Alla fine è spuntato il decreto legge “light” (atteso già oggi in «Gazzetta Ufficiale») per spostare in avanti di sei mesi l’obbligatorietà della fattura elettronica nella cessione di carburanti, come aveva anticipato il vicepremier Luigi Di Maio convincendo i benzinai a revocare lo sciopero inizialmente fissato per il 26 giugno. Il Consiglio dei ministri di ieri ha varato, infatti, un Dl monotematico solo per intervenire sulla scadenza del prossimo 1° luglio e rinviando probabilmente già a inizio della prossima settimana l’ipotesi di un provvedimento più strutturato che tenesse dentro anche le misure sul lavoro a termine, per contrastare la delocalizzazione e gli altri interventi di semplificazione annunciati nei giorni scorsi (dall’alleggerimento dello split payment con l’esclusione dei professionisti al ritorno al passato per lo spesometro con un solo invio cumulativo per il 2018).
Ma torniamo allo slittamento dell’obbligo di fatturazione elettronica. La soluzione scelta dal Governo passa per il doppio binario (già più volte anticipato su queste pagine). In pratica, l’e-fattura nelle cessioni di carburante per autotrazione ai titolari di partita Iva diventerà obbligatoria solo a partire dal 1° gennaio 2019: data dalla quale l’emissione del documento digitale si estenderà a tutte le operazioni tra privati. Di fatto, questo significa che resterà in vita per tutto il secondo semestre dell’anno la scheda carburante, che servirà a documentare le spese sostenute e a poter effettuare la deduzione dei costi sostenuti nella dichiarazione dei redditi da presentare il prossimo anno e a poter effettuare la detrazione dell’Iva. Ma con un vincolo: rimane l’obbligo di adottare pagamenti tracciabili per sfruttare i benefici fiscali. Un obbligo sancito sempre dalla manovra 2018 (legge 205/2017, articolo 1, commi 922 e 923), che ha previsto l’estensione dell’e-fattura oltre agli scambi di beni e servizi con le Pa. Tracciabilità che, secondo il provvedimento delle Entrate dello scorso 5 aprile, può essere assicurata con qualsiasi strumento diverso dal contante.
La scelta su questa opzione di posticipo della prima parte dell’operazione e-fattura si può spiegare essenzialmente con due ragioni. La prima è di carattere finanziario. Un rinvio secco della fatturazione elettronica nella vendita di carburanti sarebbe costata alle casse pubbliche circa 200 milioni di euro e avrebbe comportato la necessità di reperire le necessarie coperture. Il doppio binario, invece, dovrebbe costare 5 milioni coperti con una riduzione dello stanziamento dei Fondi di riserva del ministero dell’Economia. La seconda ragione è, invece, di ordine pratico. In questo modo, infatti, non si penalizzano gli operatori che sono pronti a partire e che possono quindi già emettere fattura elettronica dal 1° luglio.

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